
Vaccino AstraZeneca, riconosciuto un sostegno mensile a vita - lunam.it
La Commissione medica di Padova riconosce il legame tra il vaccino Vaxzevria e la grave malattia autoimmune.
Il caso di un uomo di 70 anni, colpito dalla sindrome di Guillain-Barré dopo la somministrazione del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, ha portato a un pronunciamento importante da parte della Commissione medica ospedaliera. La decisione ha stabilito un nesso causale diretto tra l’iniezione e l’insorgere della malattia, con l’assegnazione di un indennizzo mensile a vita di 6.400 euro. Un riconoscimento che rimette al centro dell’attenzione il tema degli effetti avversi rari legati alla vaccinazione anti-COVID e il diritto alla tutela per chi subisce danni gravi.
Un raro effetto avverso: cosa sappiamo sul legame tra Guillain-Barré e Vaxzevria
Il vaccino Vaxzevria, sviluppato da AstraZeneca in collaborazione con l’Università di Oxford, è stato uno dei primi a essere introdotti nella campagna vaccinale europea contro il SARS-CoV-2. La sua distribuzione ha seguito un percorso tortuoso: inizialmente consigliato sotto i 55 anni, poi sospeso, limitato agli over 60, infine esteso di nuovo ai giovani prima della definitiva raccomandazione per i soli anziani.
Oltre agli effetti collaterali comuni come febbre e dolori muscolari, il farmaco ha mostrato, in casi rari, eventi gravi come trombosi e, più sporadicamente, la sindrome di Guillain-Barré (GBS). Si tratta di una patologia neurologica autoimmune, in cui il sistema immunitario attacca i nervi periferici. I sintomi iniziali – debolezza agli arti, formicolii, dolore neuropatico – possono evolvere in paralisi e compromettere anche la funzione respiratoria.

Secondo The Lancet, in Europa si registrano tra 1,2 e 1,9 casi ogni 100.000 abitanti, con un’incidenza maggiore tra 15-35 anni e 50-75 anni. In Italia, l’Agenzia del farmaco ha confermato la necessità di monitoraggio costante, ribadendo che diagnosi precoce e trattamento tempestivo restano fondamentali per gestire la patologia.
Il caso certificato dalla commissione medica riguarda un uomo residente nel ferrarese, vaccinato nel aprile 2021, e colpito da una forma severa della GBS che lo ha lasciato su una sedia a rotelle. La diagnosi è stata validata e collegata in modo diretto alla vaccinazione. Il riconoscimento ottenuto non è un risarcimento, ma un indennizzo a carico dello Stato, previsto in caso di danni permanenti legati a vaccinazioni raccomandate.
Tutele legali per chi subisce danni da vaccino: cosa prevede la legge italiana
Nel nostro ordinamento, la vaccinazione è considerata un atto di interesse pubblico, utile sia per la protezione individuale sia per quella collettiva. Per questo motivo, chi subisce danni può accedere a forme di tutela giuridica distinte: l’indennizzo e il risarcimento danni.
La legge 210 del 1992 – aggiornata con il decreto-legge 4/2022 – regola il diritto all’indennizzo. Questo non richiede l’esistenza di colpa, ma solo la presenza di un danno irreversibile connesso causalmente alla vaccinazione. È una misura economica pensata per riconoscere la responsabilità dello Stato quando la somministrazione del vaccino è avvenuta nel rispetto delle regole e su indicazione sanitaria.
Chi invece ritiene di aver subito un danno ingiusto può avviare anche una causa civile, basata sull’articolo 2043 del Codice civile. In questo caso, però, è necessario dimostrare un comportamento illecito o una negligenza, sia da parte dell’ente vaccinatore che del produttore.
Nel caso del settantenne di Ferrara, la Commissione ha agito sulla base dell’indennizzo, considerando la menomazione permanente e il legame diretto con il vaccino. L’erogazione mensile di 6.400 euro rappresenta una forma di sostegno economico a vita, parametrata sulla gravità della disabilità acquisita.
Per ottenere l’indennizzo è necessario presentare una domanda formale alla commissione medica competente per territorio, allegando tutta la documentazione sanitaria. La procedura, una volta avviata, porta a una valutazione medico-legale. In caso di esito positivo, si accede ai benefici economici previsti dalla norma.
L’attenzione su questi casi, rari ma reali, resta alta. La trasparenza istituzionale e l’accesso agli strumenti di tutela restano elementi essenziali per rafforzare la fiducia dei cittadini in un sistema sanitario che, pur tra difficoltà e criticità, deve garantire sicurezza, responsabilità e ascolto.